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Mina Mazzini

 

:: Biografia

La “primadonna” della canzone italiana della seconda metà del Novecento debutta nel 1958 in due versioni, rispecchiate da due distinti 45 su marchi Italdisc e Broadway (etichette facenti capo entrambe al produttore Davide Matalon): come interprete di canzoni all’italiana, magari un po’ rivisitate sotto l’influsso della scuola degli “urlatori” (“Malatia” di Armando Romeo e “Non partir” di Bracchi-D’Anzi), proponendosi al pubblico con il solo nome di battesimo, lasciando cadere il cognome Mazzini, e come ambasciatrice sul nostro mercato di nuove tendenze musicali (allora il rock & roll nevrotico di “Be bop a lula” e la sbracata rumba rock di “When”), sotto lo pseudonimo di Baby Gate. Una dualità che prosegue per mezzo secolo, prima “sotto padrone”, quando Mina nel ‘63 firma con la RiFi, poi in proprio - ma sotto l’accorta tutela del padre Giacomo - quando crea a Lugano la PDU, nel ‘67 (che nel ‘96 sarà però assorbita in Mediaset, e quindi in Sony BMG), e che dura intatta attraverso poco meno di una cinquantina di album: tutti imperdibili.