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Mario Ruccione

 

:: Biografia

Dopo i primi approcci con il mondo della canzone (“Tango madrileno”, lanciata da Gabré, è del 1926), trasferitosi a Roma comincia a frequentare l’ambiente teatrale e cinematografico: affianca così alla composizione di colonne sonore quella di canzoni - nel corso della carriera ne scrive oltre 500, su testi di autori come Micheli, Galdieri, Bonagura ed altri - divenute famose per i loro toni cupi o trionfali, con messaggi strappalacrime o inneggianti al regime. Accanto a canzoni d’attualità politica (“La sagra di Giarabub” per la campagna d’Africa, “Faccetta nera”, “Camerata Richard”, “La canzone dei sommergibili”, ecc.) scrive anche brani d’amore, come “Madonna delle rose”, “Serenata celeste”, “Villa triste” e la celeberrima “Vecchia Roma”. Negli anni ‘50 prosegue l’attività vincendo a Sanremo con “Buongiorno tristezza” nel ‘52 e “Corde della mia chitarra” nel ‘57, nonché lanciando “E la barca tornò sola” (poi parodiata da Carosone e Quartetto Cetra) nel ‘54.