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Lelio Luttazzi

 

:: Biografia

L’esordio è come pianista jazz nei locali triestini, e il trampolino di lancio - nel 1944 - è l’incontro con l’interprete Ernesto Bonino, che incide un suo brano (“Il giovanotto matto”) e ne fa un successo radiofonico; trasferitosi a Roma, entra nell’organico di varie formazioni (Piccioni, Trovajoli, Ferrio), e nel ‘48 assume l’incarico di direttore artistico della CGD, appena creata da Teddy Reno. Negli anni successivi si dedica alla composizione di brani (fra i più noti “Souvenir d’Italie”, “Quando una ragazza a New Orleans”, “Una zebra a pois”) - occasionalmente interpretandone alcuni egli stesso, come “Canto anche se sono stonato” (1961) - e alle colonne sonore, sia per la rivista che per il cinema: ma è nella veste di direttore d’orchestra e entertainer televisivo, durante gli anni ‘60, in trasmissioni come “Teatro 10” e “Studio Uno”, che il grande pubblico lo ricorda, grazie anche alle sue doti di simpatia e comunicativa.